domenica 19 maggio 2013

IN RISPOSTA ALL'ASS. CUOMO DE GENNARO


Gentile Assessore Cuomo de Gennaro,

prima di tutto La ringraziamo per i cortesi apprezzamenti indirizzati alle nostre persone che accompagnano il Suo <post>. Come vede, noi siamo invece per i toni pacati e sbraitare, insultando a nostra volta, proprio non ci riesce (questo vale anche per il “cialtroni” e il “buffoni” che ci avete gratuitamente dato in un altro vostro <post>). Chi legge, ne siamo certi, saprà cogliere ed apprezzare questa differenza di stile, e trovarne un ulteriore spunto per apporre il suo segno a matita sulla Lista n.2 il giorno delle elezioni.

Entrando nel merito del Suo <post>, vista la pochezza che attribuite alle nostre idee (nonostante siamo tutti affermati professionisti), ci peritiamo sommessamente di rimandarLa a chi le idee le ha molto chiare su come si gestisce un Comune in tema di rifiuti, smentendoLa clamorosamente quando Lei afferma che “la valorizzazione, anche economica, delle risorse in questione (la materia differenziata, n.d.r.) non è un’attività su cui i comuni possono intervenire”. Abbia la pazienza e la compiacenza di dedicare poco più di 2 minuti a godersi questo filmato: 
http://www.adrive.com/public/3vKWXM/Capannori_light_2m28.avi, siamo certi che lo troverà estremamente istruttivo (e ne abbiamo tanti altri, se gradisce riceverne i riferimenti).

Le facciamo poi rilevare che il nostro volantino tematico, necessariamente stringato per ragioni di spazio, non affronta affatto, come Lei sostiene, la questione rifiuti in termini di solo costo quanto in termini di analisi costo/beneficio (indagini di mercato) e quindi di “benchmarking”. Noi siamo per un approccio para-industriale alla gestione dei rifiuti, fatto non solo di controllo dei costi ma anche di ricavi derivanti dal  "RoI" (Return on Investment) di  investimenti  fatti per sfruttarne  le opportunità. Ne sa qualcosa, di queste metodologie? Alcuni di noi sì, le applicano quotidianamente nel loro lavoro.

Quanto al confronto con gli altri comuni della Valle del Tevere, Le assicuriamo  che  siamo stati estremamente analitici (pur nei limiti della nostra pochezza di pensiero) e tutt’altro che superficiali. Vede, Lei cita con vanto l’abbattimento da 130 €/ton a 108 €/ton del costo di conferimento dell’umido. Ma…, ci domandiamo, Lei sa ad esempio che ci sono impianti di trattamento, con investimento finanziabile fino all’85%, i cui costi di processo sono   5 €/ton? Sa che da 1 Kg di plastica si può ottenere 1 litro di carburante? E che si possono produrre biogas, da 1 mt3 dei quali si possono ottenere oltre 2 KW di energia elettrica e 3 KW di energia termica? E che con questi impianti si può dare lavoro? Ne vogliamo parlare…?  

Venendo infine alle “speculazioni” di cui si sente accusata, perché le parole sono importanti, nel nostro volantino tematico sul tema rifiuti trova non delle accuse bensì delle (testualmente) “ipotesi da investigare”, per capire come mai la tariffa TARSU per i cittadini di Sacrofano sia così elevata (in assoluto e rispetto ai paesi limitrofi); sicuramente (vale in generale) gli innumerevoli esempi di comuni che hanno gestito “allegramente” la fase dei bandi di gara d’appalto e la successiva gestione d’esercizio ci inducono a non escludere a priori questo aspetto dal ventaglio di ipotesi su cui approfondire.

Cordialmente

la squadra Sacrofano Progetto Comune      

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POST ORIGINALE DELL'ASS. CUOMO DE GENNARO 

Buongiorno cari amici! 
Oggi incominciamo col far luce su una nuova polemica sollevata da chi, privo di idee, attacca e attacca e ancora attacca.... Rimediando solo brutte figure....
 
Di seguito il link dei nostri avversari in "tema rifiuti..." con la risposta del nostro assessore!
http://sacrofanoprogettocomune.blogspot.it/2013/05/rifiuti-gestione-e-tassa-carico-delle.html?m=1

Incominciamo a sottolineare quanto segue:

l’analisi economica gestionale di un servizio dovrebbe essere affrontata non solo facendo riferimento alla tariffa/entrata, ma in senso più ampio, ossia esaminando e scomponendo fattori ed elementi imprescindibili: costo del servizio, tipologia territoriale ed immobiliare, ed infine per ultimo la tariffa.

Costruire una tariffa partendo dal fatto che gli utenti devono “pagare di meno”, risponde forse a canoni politici, ma non di corretta gestione amministrativa.

Il nostro Comune, infatti, prima di avviare il nuovo sistema di raccolta sosteneva un costo del servizio di circa € 970.000,00 – 980.000,00, le cui voci principali di spesa erano il canone gestionale e le spese per lo smaltimento in discarica.

Con il passaggio al nuovo sistema di raccolta, peraltro avvenuto in corso d’anno 2010, il costo, verificato anche dalla Provincia di Roma ai fini dell’ottenimento del finanziamento, è fisiologicamente e naturalmente incrementato, passando ad € 1.450.000,00 circa ed assestandosi nel 2011 a circa € 1.310.000,00.

Si precisa che la differenza è dovuta dal semplice fatto che nel primo anno del sistema devono ovviamente essere effettuati investimenti e spese progettuali straordinarie :

• acquisto contenitori/mastelli
• acquisto sacchi umido;
• campagna promozionale, calendari, brochures;
• consegna contenitori …
L’incremento del costo da un sistema di raccolta all’altro è dovuto da fattori gestionali imprescindibili, fra i quali:

• incremento operatori ( da 6 a 16 ), con un aumento inevitabile dell’incidenza del costo spesa personale in ambito di determinazione del canone gestione;
• introduzione automezzi per squadre ( n. 6 ), con un aumento dei costi di gestione, ammortamento e manutenzione degli stessi;
Mi preme sottolineare che a seguito di tale passaggio metodologico e gestionale la tariffa è rimasta invariata, garantendo la copertura dell’incremento dei costi anche grazie ad un’attività di recupero fiscale voluta dalla nostra Amministrazione.

Prima di argomentare e strumentalizzare la questione “tariffa”, facendo confronti superficiali con altri enti e territori, andrebbe infatti compreso il funzionamento amministrativo-contabile della questione trattata, cercando di acquisire delle informazioni basilari, quali ad esempio:

• la tipologia di tariffa adottata da un ente ( TARSU?, TIA-1? O TIA-2?);
• il grado di copertura dei costi, che se in TIA-1 e TIA-2, deve essere pari al 100%, in TARSU il legislatore impone il solo obbligo che lo stesso non sia inferiore al 50% e superiore al 100%;
• in TARSU, regime tariffario adottato dal Comune di Sacrofano ed imposto dal legislatore per il blocco della TIA, con un grado di copertura ormai stabile che si aggira intorno al 70-75%, riducendo la tariffa, con successiva diminuzione naturale del grado di copertura dei costi, la minore entrata potrebbe essere esclusivamente garantita, fermo restando l’invarianza dei costi ( peraltro sempre in aumento fisiologico, vedi costo benzina, IVA, incrementi FISE stipendi operatori ….. ), aumentando solo altre fonti di entrata vedi ICI/IMU, addizionale IRPEF, TOSAP, Imposta Pubblicità ed altro, quindi interventi fiscali che la nostra Amministrazione NON HA MAI VOLUTO EFFETTUARE.
• Le unità immobiliari presenti sul territorio, quindi non solo il numero di utenti;
• Le tipologie di utenze presenti sul territorio, tenendo presente che l’incidenza delle utenze domestica sul nostro territorio si attesta sul 90% circa, a differenza di molti altri enti che “spalmano” il costo sulla maggiore presenza di utenze di tipologia “non domestica” ( zone industriali, strutture pubbliche, maggiori attività commerciali ).
• La tipologia di servizio espletato e voluto dall’Amministrazione : numero squadre operatori, numero passaggi raccolta per frazione conferita, servizi aggiuntivi richiesti al gestore ed offerti alla cittadinanza.

Per quanto concerne gli “elevati costi di trasporto” si sottolinea che gli stessi sono da sempre posti carico del gestore e rientrano nell’ambito del canone gestionale, le cui voci di spesa sono state analizzate, con esito positivo, anche dalla Provincia di Roma ai fini di accertarne la coerenza economica.

Per quanto concerne invece “la scarsa valorizzazione” della materia riciclabile preme tuttavia specificare che la valorizzazione, anche economica, delle risorse in questione non è un’attività su cui i comuni possono attualmente massicciamente intervenire, in quanto basti pensare che solo per le frazioni di plastica e carta sono ottenibile contributi dai consorzi, mentre per l’umido, vera risorsa da valorizzare, si sostengono comunque dei costi molto alti, sui quali non c’è mercato essendo pochi e lontani i centri di conferimento autorizzati, tutti in via di saturazione.

Si sottolinea che da Marzo 2013, con il nuovo gestore, è stata sottoscritta apposita convenzione per il conferimento dell’umido presso altri centri di raccolta, con un notevole risparmio economico, da € 130,00 ad € 108,00 a tonnellata.

QUALI SAREBBERO LE SPECULAZIONI ?

Cristiana Cuomo de Gennaro

Assessore Ambiente, Urbanistica e Trasporti


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